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e, secondo una relazione della Polizia del 10 aprile 1917, finanziamenti da parte di ricchi industriali milanesi, da Banche per la pubblicità dei prestiti di guerra, da singoli sovvenzionatori come Cesare Goldmann e probabilmente Filippo Naldi, dalla Banca Italiana di Sconto e dalla massoneria.[77] Ci furono probabilmente anche legami con i gruppi industriali Ansaldo e Toeplitz (e legata a quest'ultimo la Banca Commerciale Italiana).[78]
Il Fascismo e la rivoluzione fascista
Mussolini e D'Annunzio
Incontro tra Mussolini e D'Annunzio
La fondazione dei Fasci italiani di combattimento avvenne a Milano il 23 marzo 1919 in Piazza San Sepolcro; stando allo stesso Mussolini non erano presenti che una cinquantina di aderenti,[79][80] ma negli anni successivi, quando la qualifica di sansepolcrista dava automaticamente diritto a vantaggi cospicui in termini economici e di prestigio sociale, furono centinaia coloro che riuscirono a far aggiungere alla lista il loro nome.[79]
Tra marzo e giugno i futuristi di Filippo Tommaso Marinetti divennero la componente principale del Fascio milanese e fecero sentire la loro influenza ideologica;[81] tuttavia Mussolini ebbe modo di affermare: "Noi siamo, soprattutto, dei libertari cioè della gente che ama la libertà per tutti, anche per avversari. (... ) Faremo tutto il possibile per impedire la censura e preservare la libertà di pensiero di parola, la quale costituisce una delle più alte conquiste ed espressioni della civiltà umana".[82]
Dall'esperienza dei Freikorps tedeschi trasse la conclusione che squadre di uomini armati potevano essere utilissime per intimidire l'opposizione: il 15 aprile 1919, subito dopo un comizio della Camera del Lavoro all'Arena Civica, fascisti, arditi, nazionalisti e allievi ufficiali, guidati da Marinetti e Ferruccio Vecchi si lanciarono contro la sede dell'Avanti!, attaccandola e devastandola, dopo una serie di colluttazioni stradali con gruppi socialisti e dopo che dalla sede del giornale venne sparato un colpo di pistola che uccise un soldato, Martino Speroni.[83] Mussolini si tenne in disparte, credendo che i suoi uomini non fossero ancora pronti per combattere una "battaglia di strada", ma difese il fatto compiuto.[84] Procedette quindi a reclutare un esercito di arditi pronti a vari assalti frontali e trasportò nella sede del Popolo d'Italia una grande quantità di materiali bellici, per prevenire un possibile "contrattacco rosso".[85]
In giugno Mussolini si schierò contro il governo guidato da Francesco Saverio Nitti; per i fascisti il neopresidente del consiglio era il rappresentante di quella vecchia classe politica che essi intendevano soppiantare.[86] Dalla debolezza dell'esecutivo Mussolini voleva trarre la forza per attuare una rivoluzione,[87] e per tutta l'estate il suo nome fu associato a complotti volti a realizzare un colpo di Stato.[88]
Il 12 settembre, Mussolini promosse davanti alla sede de Il Popolo d'Italia una sottoscrizione a favore dell'impresa fiumana di Gabriele D'Annunzio, dopo aver incontrato quest'ultimo per la prima volta a Roma il 23 giugno.[89] Il 7 ottobre era a Fiume, dove ebbe colloqui con D'Annunzio. I rapporti con il Vate furono comunque estremamente fugaci, e condizionati da reciproca diffidenza e rivalità: Mussolini mal sopportava l'idea che D'Annunzio potesse relegarlo in secondo piano; D'Annunzio gli scrisse una lettera tacciandolo di codardia, ma quando la missiva venne pubblicata dal Popolo d'Italia questo passaggio fu censurato.[90]
Il 9 ottobre si tenne a Firenze il primo Congresso dei Fasci di Combattimento: venne deciso di presentarsi alle imminenti elezioni politiche senza aderire a nessuna alleanza. Alle elezioni politiche del 16 novembre 1919 i fascisti, nonostante le candidature "eccellenti" dello stesso Mussolini e di Marinetti a Milano, non ottennero neanche un seggio, e nella provincia di Milano presero soltanto 4675 voti.[91] Inoltre, il 18 novembre Mussolini fu arrestato per poche ore con l'accusa di detenzione di armi ed esplosivi, e venne rilasciato grazie anche all'intervento del senatore liberale Luigi Albertini.[92]
Dall'infelice esperienza Mussolini trasse la conclusione che il fascismo era guardato con diffidenza dall'elettorato conservatore ed era troppo simile ai socialisti per l'elettorato progressista; pertanto, avendo il fascismo fallito come movimento di sinistra, esso avrebbe potuto trovare un suo spazio come aggregazione di destra.[93] All'inizio del 1920 Mussolini s'impegnò per aumentare i propri consensi nel nord-est, e in particolare a Trieste, città di frontiera dove convivevano non senza attriti italiani e slavi.[94]
Il 24 e il 25 maggio 1920 Mussolini partecipò al secondo Congresso dei Fasci di combattimento, che si teneva al teatro lirico di Milano. I Fasci di combattimento, grazie alla progressiva svolta a destra, iniziarono ad avere finanziamenti da parte di industriali, i quali venivano in cambio protetti da squadre di arditi.[95] In giugno si schierò a favore di Giolitti, con il quale in ottobre s'incontrò per la risoluzione della questione di Fiume: pur biasimandolo per aver ritirato le truppe dall'Albania, gli fece capire che un accordo con i liberalconservatori era possibile.[senza fonte] Il 12 novembre, con il fondo L'accordo di Rapallo, commentò abbastanza favorevolmente il trattato italo-jugoslavo firmato da Giolitti, con cui Fiume diveniva una città libera. Successivamente ad una discussione del Comitato Centrale dei Fasci del 15 novembre Mussolini modificò la propria opinione sulla bontà del trattato.[96]
Nel gennaio del 1921 la minoranza comunista usciva dal PSI per fondare il Partito Comunista d'Italia; ciò mise in allarme Mussolini perché i socialisti, ricollocatisi su posizioni più moderate, avrebbero potuto essere interpellati da Giolitti per una collaborazione governativa, escludendo in questo modo i fascisti dagli scenari politici principali. Il 2 aprile, dopo aver sfilato con gli squadristi in camicia nera in occasione dei solenni funerali delle vittime del terrorismo anarchico del teatro Diana[senza fonte], Mussolini accettò la richiesta di Giolitti di far parte dei Blocchi Nazionali,[97] contando di poter addomesticare i fascisti alle sue posizioni politiche e utilizzarli per indebolire le opposizioni.
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